lunedì 8 agosto 2011

Una scatola di arnesi



Non sarà il Mozambico, la Somalia, l’Etiopia o il Bangladesh, ma il Mezzogiorno d’Italia registra una diffusa emergenza educativa. Ciò che impietosamente fotografava lo studio Ambrosetti nel 2008 ("Il sistema educativo in Italia: sei proposte per contrastare l'emergenza", Forum The European House-Ambrosetti, Villa d'Este, settembre 2008), conserva attualità e crucialità per gli operatori della scuola che si muovono in un orizzonte meridionale.
“Lo scarso rispetto delle regole di convivenza civile, l'affievolirsi della fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, l'aggressività verso le forze dell'ordine, le difficoltà della scuola nel valorizzare le attitudini degli studenti, il disvalore spesso trasmesso dai media sono alcuni sintomi che il nostro Paese evidenzia e che fanno echeggiare l'idea di una grave emergenza educativa e formativa, contribuendo alla perdita di terreno nei confronti degli altri Paesi avanzati e di quelli emergenti”.
 Magra consolazione il dato sull’abbandono secondario che vede protagonista il Nord (ad esempio Lecco – dopo i due anni di superiori – registra un abbandono del 20,9% , Cosenza del 8,1%), col record negativo degli istituti professionali di Novara col 46,8 %. Pericoloso interpretare il dato calabrese sulla dispersione scolastica come incoraggiante. Se è vero che le criticità dell’evasione scolastica sono limitate alle comunità Rom, non si può prescindere dal dato regionale dell’analfabetismo mai sradicato e della disoccupazione, vero e proprio incubatore per la microcriminalità e la criminalità organizzata.
Il discrimine non sembra più essere tra regioni del Nord e del Sud ma tra le diverse aree di una stessa regione o tra i vari territori di una metropoli. Il che pone maggiormente un problema legato alle migrazioni, di multiculturalità e integrazione tra etnie, tra rigurgiti razzisti e problemi di compatibilità culturale, con una radicale interrogazione sull'aspetto qualitativo del processo educativo. Questioni di civiltà dunque, di civismo e di senso della cittadinanza, di senso della giustizia e dello Stato, di senso del dovere, di rispetto delle regole, di pregiudizi e di maleducazione.“Senza precisi punti di riferimento, - continua il rapporto dello studio Ambrosetti - molti individui si rifugiano in un esasperato individualismo, si costruiscono le proprie regole e le proprie giustificazioni morali”.
Una deriva che si somma a un crescendo di debiti formativi che – una volta risucchiati nella formazione universitaria – finisce col porre più di una perplessità sul valore legale del titolo di studio.
Per un tentativo di uscita da questa “spirale viziosa”, Tool set si pone come momento teorico-pratico interdisciplinare, come luogo di testimonianza e di appuntamento negli anni a venire.

Non si tratta di un convegno accademico ma di una giornata di studi interamente videoregistrata e che sarà messa in linea su questo blog e su http://abbassareilvolume.blogspot.com e che saranno implementati dal settore ricerche e progetti educativi dall'assessorato.

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