martedì 23 agosto 2011

La valigia del supplente di storia



una sequenza tratta da 

Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000

un film di Alain Tanner del 1976


una porzione leggermente più ampia, con l'audio originale 


venerdì 19 agosto 2011

La città impara ad ascoltare



Il primo utensile estratto dalla cassetta degli attrezzi consiste dunque in una elementare introduzione all’ingegneria acustica applicata all’edilizia scolastica. Il secondo – assolutamente correlato – consiste in una pratica di riciclo creativo (che riutilizzi imballi, materiali porosi e cartoni di grande formato), finalizzata alla realizzazione di oggetti d’arte funzionali, sul modello del diffusore a resto quadratico (o di Schroeder) e dei risuonatori di Helmholtz.
(cfr. abbassareilvolume.blogspot.com)

Quello che ti entra nella testa

nessuno potrà mai levartelo




(bandana: gift in occasione dello scopriCosenza kids, dono dell'amministrazione comunale per il primo giorno di scuola).

Tutte le prime classi elementari hanno fatto un giro nella città vecchia, facendo tappa alla Biblioteca nazionale e al Teatro "Alfonso Rendano".





lunedì 8 agosto 2011

Sulla prima edizione di toolset


(toolset è stato rinviato ma buona parte delle questioni vengono riprese e affrontate in scuola in vista (la scuola si esprime)

In questa prima edizione, inevitabili le condizioni materiali come punto di partenza, una riflessione sulla fisica dell’ascolto, vale a dire sulle condizioni (dis)ergonomiche della comunicazione verbale. Stesso discorso varrebbe sull’illuminotecnica: le aule, le classi, sono forse luoghi pensati per favorire l’apprendimento? Nel migliore dei casi si bada al profilo acustico dei materiali normalmente impiegati nell’edilizia per la realizzazione di pareti esterne, pareti divisorie, finestrature, porte, soffitti, al fine di isolare l’ambiente dalle fonti di rumore esterno. Nessun riguardo per l’ascolto in classe, con aule rigorosamente parallele, piene di superfici riflettenti, costruite con materiali fonoisolanti (ad esempio un muro massiccio con intonaco liscio) ma completamente prive di supporti fonoassorbenti (ad esempio, tende, materiali porosi, fibrosi, espansi), con pochi trascurabili arredi e oggetti alle pareti, immancabilmente posizionati senza distanziatori e intercapedini d’aria.
Così i bambini gridano e alle maestre viene il mal di testa, gli adolescenti urlano e minacciano e gli insegnanti rischiano il burn out.

Una scatola di arnesi



Non sarà il Mozambico, la Somalia, l’Etiopia o il Bangladesh, ma il Mezzogiorno d’Italia registra una diffusa emergenza educativa. Ciò che impietosamente fotografava lo studio Ambrosetti nel 2008 ("Il sistema educativo in Italia: sei proposte per contrastare l'emergenza", Forum The European House-Ambrosetti, Villa d'Este, settembre 2008), conserva attualità e crucialità per gli operatori della scuola che si muovono in un orizzonte meridionale.
“Lo scarso rispetto delle regole di convivenza civile, l'affievolirsi della fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, l'aggressività verso le forze dell'ordine, le difficoltà della scuola nel valorizzare le attitudini degli studenti, il disvalore spesso trasmesso dai media sono alcuni sintomi che il nostro Paese evidenzia e che fanno echeggiare l'idea di una grave emergenza educativa e formativa, contribuendo alla perdita di terreno nei confronti degli altri Paesi avanzati e di quelli emergenti”.