(toolset è stato rinviato ma buona parte delle questioni vengono riprese e affrontate in scuola in vista (la scuola si esprime)
In questa prima edizione, inevitabili le condizioni materiali come punto di partenza, una riflessione sulla fisica dell’ascolto, vale a dire sulle condizioni (dis)ergonomiche della comunicazione verbale. Stesso discorso varrebbe sull’illuminotecnica: le aule, le classi, sono forse luoghi pensati per favorire l’apprendimento? Nel migliore dei casi si bada al profilo acustico dei materiali normalmente impiegati nell’edilizia per la realizzazione di pareti esterne, pareti divisorie, finestrature, porte, soffitti, al fine di isolare l’ambiente dalle fonti di rumore esterno. Nessun riguardo per l’ascolto in classe, con aule rigorosamente parallele, piene di superfici riflettenti, costruite con materiali fonoisolanti (ad esempio un muro massiccio con intonaco liscio) ma completamente prive di supporti fonoassorbenti (ad esempio, tende, materiali porosi, fibrosi, espansi), con pochi trascurabili arredi e oggetti alle pareti, immancabilmente posizionati senza distanziatori e intercapedini d’aria.
Così i bambini gridano e alle maestre viene il mal di testa, gli adolescenti urlano e minacciano e gli insegnanti rischiano il burn out.
Nessun commento:
Posta un commento